Durante i tuoi tour online alla ricerca del filato perfetto per quel progetto di maglia che da tempo hai in mente avrai sicuramente incontrato più volte la lana di alpaca. Ma che differenza c’è con la lana di pecora? È davvero così straordinaria come si dice? E l’alpaca, questo buffo cavallino che ci dona la sua fibra lucente e pregiata, chi è?
Alpaca Suri: l’avventurosa storia della “lana degli Dei”
Soffice, impalpabile e incredibilmente più calda della lana: è la fibra dell’alpaca Suri, camelide bellissimo e raro, stretto parente della vigogna e del lama.
Come i suoi cugini di taglia maggiore, l’alpaca è originario delle Ande e dell’America Centrale, in particolare Bolivia, Perù e Cile, dove era conosciuto e allevato già quattromila anni fa. Il suo sodalizio con l’uomo è infatti millenario; in realtà non sono note tracce di vita selvatica di alpaca, quasi che fin dalla sua origine questa specie fosse nata in simbiosi con i suoi pastori.
Gli Inca e l’oro degli dei

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Esistono due razze di alpaca: la Huacaya, attualmente la più diffusa dell’intera specie, e la Suri, che rappresenta soltanto il 10%. Rispetto alla razza Huacaya, che ha un aspetto arruffato e crespo, il pelo del Suri ha fibre più lunghe e setose che scivolano lungo il corpo dell’animale in ciocche morbide e ondulate, definite crimps nel linguaggio tecnico degli allevatori .
Ed era proprio l’alpaca Suri che, grazie alle pregiate caratteristiche del suo manto, gli Inca consideravano sacro. Il filato proveniente dalla tosatura era a beneficio esclusivo dell’imperatore e della cerchia più ristretta dei nobili: solo i più alti in rango potevano indossare i capi realizzati con quella che il popolo Inca definiva “l’oro degli dei”.
Dalla conquista spagnola agli inizi del Novecento
Purtroppo, come è tristemente noto, nel 1500 i conquistadores spagnoli fecero strage delle popolazioni e delle tradizioni del Nuovo Mondo originario. Intere civiltà vennero sterminate, quasi tutti gli alpaca (le stime parlano del 98%) furono massacrati per lasciare spazio a pecore, capre e bovini importati dall’Europa, e i pregiati tessuti dell’aristocrazia imperiale vennero dati alle fiamme.
Per sottrarsi al genocidio, i popoli indigeni migrarono verso l’altopiano delle Ande, e con loro gli alpaca sopravvissuti. Qui le durissime condizioni climatiche e la carenza di ossigeno dovuta all’altitudine misero a dura prova la vita delle popolazioni indigene e degli alpaca. Molti uomini e animali morirono, e con loro scomparve un patrimonio inestimabile di civiltà e tradizioni millenarie di allevamento e tessitura.
La rinascita: dal Cile alla conquista del mondo
Fu solo agli inizi del secolo scorso che, a seguito di un rinnovato interesse del governo peruviano, l’allevamento degli alpaca e la filatura del loro manto come prodotto pregiato riprese vigore. Da allora, come in una sorta di rivalsa a distanza di secoli, la lana degli dei ha ripreso non solo i suoi spazi originari nell’America Centrale, ma ha anche conquistato il suo conquistatore originario, l’Europa, ed è arrivata fino in Nuova Zelanda. E anche se la terra d’elezione per i pascoli resta il Cile, che ospita circa la metà della popolazione di alpaca, esistono ormai allevamenti in tutto il mondo. Un meritato lieto fine, non pensi?
Caratteristiche e carattere dell’alpaca Suri

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Docili ed estremamente curiosi, i Suri interagiscono bene con l’ambiente circostante, ma temono rumori e movimenti imprevisti. La loro natura pacifica non contempla alcuna forma di aggressività: messi di fronte a un pericolo, scelgono la fuga. E, se pure dovesse capitar loro di scalciare, il rischio di farsi male per chi dovesse trovarsi nelle vicinanze è pari a zero: i loro zoccoli, al contrario di quelli degli altri camelidi, sono provvisti di cuscinetti che attutiscono gli urti. Pensa: non danneggiano neanche i prati in cui pascolano… Sono, in definitiva, un adorabile mix tra un agnellino un po’ cresciuto e un gatto.

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Gli alpaca Suri sono timidi, ma soffrono immensamente la solitudine. Amano vivere in grandi greggi, e hanno un’intensa vita sociale: tra loro interagiscono con il linguaggio del corpo e con l’emissione di suoni codificati di varia altezza e intensità. Il cuckling, ad esempio, è un tipico schiocco che mamma alpaca emette rivolgendosi al suo piccolo per rassicurarlo, invitarlo alla poppata e comunicargli protezione e benevolenza.
Le gravidanze durano circa undici mesi e mezzo: ogni femmina di Suri partorisce quindi un solo cucciolo all’anno, e lo svezza al compimento dei sei mesi.
E con l’uomo? Pur essendo tutto fuorchè spavaldi e intraprendenti, gli alpaca Suri si lasciano accarezzare e guidare in lunghe passeggiate dai loro amici umani. La loro indole dolce ne fa inoltre perfetti animali da pet therapy. In sostanza, i Suri sono quanto di più simile a un pelouche vivente possiate trovare in natura!
La lana di alpaca Suri: un lusso termofantastico
La lana di alpaca Suri, così setosa, soffice, e incredibilmente calda non conosce rivali nel mondo delle fibre.

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La tosatura avviene una volta l’anno, a primavera inoltrata. Gli alpaca vengono così liberati dal vello in eccesso per evitare che soffrano troppo il caldo nei mesi estivi. Viene lasciato loro solo un piccolo ciuffetto sulla testa in maniera tale da proteggere gli occhi. La produzione annuale per singolo alpaca va dai circa 4 kg del maschio adulto ai 2, 5 kg della femmina. I colori del manto sono un incanto: 22 tonalità riconosciute ufficialmente che spaziano dal bianco crema al nero, passando per il beige, il grigio e una particolare sfumatura di rosa intenso denominata light rose grey.
L’appellativo di “lana degli dei” rende perfettamente l’idea dell’altissima qualità delle fibre Suri. Simili a seta al tatto, sono di una finezza estrema: se un capello umano si aggira in media tra i 40 e i 90 micron di diametro, una fibra di alpaca Suri, con i suoi 12 – 20 micron, è la quintessenza dell’impalpabile. Il pelo dei cuccioli, che vengono chiamati cria, possiede una impareggiabile brillantezza e morbidezza che lo colloca al di sopra dei cashmere più pregiati.
Eccellenti sono anche le proprietà termiche: grazie alla sua particolare struttura cava che funge da naturale isolante termico, il filato Suri è sette volte più caldo della lana. Inoltre è naturalmente ipoallergenico, non infeltrisce e non contiene lanolina, il che evita l’impiego di ulteriori trattamenti artificiali nella produzione dei filati. Caratteristiche uniche, che nessun altro animale possiede: queste le ragioni che fanno della lana Suri la più pregiata e ricercata in tutto il mondo.
SetaSuri di Lana Grossa
Per toccare con mano tutte le proprietà di questo fantastico filato, ti proponiamo il prezioso e raffinato SetaSuri di Lana Grossa, che unisce alle proprietà della lana Suri la lucentezza della seta, dando vita a una fibra sottile e morbidissima dai riflessi di madreperla. Prodotto in delicate nuance pastello, SetaSuri è perfetto per realizzare capispalla e accessori lussuosi, eleganti e leggerissimi.
Come tutti i prodotti Lana Grossa, leader nella produzione di filati di qualità superiore, SetaSuri è made in Italy e certificato secondo gli standard internazionali Confidence in textiles Oeko-Tex®, che attestano la sostenibilità ambientale e l’assenza di sostanze nocive nei processi di produzione e trattamento dei filati e verificano la presenza di condizioni eque negli ambienti di lavoro.
Lasciati conquistare dalla lana degli Dei. Lavorala con ferri da 3,5 o 4 mm e senti come SetaSuri scivola fluida come acqua tra le tua dita, mentre il tuo progetto prende forma: ti assicuriamo che il piacere sarà nel viaggio!
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